Rubrica – Il Viaggio dell’Eroina #5
Lei è la benedizione
Danzando a piedi nudi nella Città Eterna con Patti Smith
Tornare alle origini, a quando tutto ebbe inizio e riscoprire così la ragazza di allora.
Erano gli anni Settanta e lei, timida e un po’ spaventata, ma decisa a realizzare i suoi sogni, si trasferiva dal New Jersey a New York, una città misteriosa ed eccitante, una fucina culturale in totale fermento. Il bagaglio che portava con sé erano le sue poesie, parole intime e forti che trovarono spazio e maturazione artistica proprio lì dove i suoi componimenti si intrecciarono alla musica, lì dove la sua straordinaria personalità emerse fino alla consacrazione di “Sacerdotessa del Rock”.
Tornare dunque alle origini, all’essenziale. Ritrovare la ragazza di allora con un’esibizione acustica come quella pensata dalla leggenda vivente del Rock per rendere omaggio alla Città Eterna e al pubblico romano, il tutto nella splendida cornice del Teatro dell’Opera di Roma, che emoziona anche solo ad entrarci.
Uno spettacolo unico, un susseguirsi di letture recitate e canzoni tratte dal suo ricco repertorio e non solo, come la sua dedica a Roma con la bellissima interpretazione di Can’t Help Falling in Love.
Lunghi capelli bianchi, giacca e pantaloni scuri, settanta anni e una voce impeccabile, così potente da smuovere dentro ogni cosa. E l’emozione non tarda ad arrivare anche per lei che con ironia si riprende continuando a “danzare a piedi nudi” tra racconti e ricordi di una vita entusiasmante e piena di personaggi straordinari, come l’amico di sempre e suo primo amore Robert Mapplethorpe, che ricorda con commozione e affetto.
“Cos’è che ci chiama?
Perché dobbiamo pregare urlando?
Perché la morte non deve essere ridefinita?
Abbiamo chiuso gli occhi e proteso le nostre braccia
E volteggiando su una lastra di vetro
Abbiamo tentato di definire qualcosa di indefinibile” *
* Dancing barefoot
Con lei sul palco c’è anche sua figlia Jesse, è al pianoforte, è al suo fianco.
Sulle note di un’intensa Pissing In A River, quando la voce di Patti intona con forza “Come come come come back come back / Come back come back come back”, qualcosa si rompe, vedo la ragazza davanti scoppiare in lacrime come se aspettasse solo quel momento, un pianto liberatorio, ed è stato come guardare in uno specchio.
Tra i ricordi che porterò con me c’è anche quello di una bambina, avrà avuto due anni, era in piedi, a poca distanza da me, ballava divertita sulle note di Dancing Barefoot, uno spettacolo incredibile, di sicuro non ricorderà Patti Smith e tutto questo ma io mi ricorderò di lei.
Come non potrò mai dimenticare il bacio pieno d’amore di una madre a sua figlia.
Articolo e foto in copertina di Nael Manuela Simonetti